venerdì 30 maggio 2008

Atreyu e l'ultima porta

°Crici° "[...]cioè,sti maschi sono confusi. Da un lato sono bombardati ancora dall'ideale virile e virgulto dell'homo che protegge e difende a spada tratta. Dall'altro, non essendo per niente così , finiscono con l'essere dei budini ricoperti di scorza semi-dura. Appena la tocchi col cucchiaino si spacca e ti sbrodoli delle loro pare."

Tratto da "Conversazioni spaziali con Temporali e Orsi"

domenica 6 aprile 2008

Anche questo weekend Hanami!

Ecco qualche foto della festicciola di ieri al parco Shinjuku Gyoen. E' stata una bella giornata, il tempo era splendido e anche la compagnia non ha deluso.
Da sinistra, James, compagno di dormitorio, Natsumi, nuova amica giapponese, Loréne, Tomohiro e Isabelle.





Io, Kanoko e Natsumi..


Un paio di foto naturalistiche...



Io e Mayumi



Prossimamente scriverò un post con qualche contenuto in più :)

Ciaoo

mercoledì 2 aprile 2008

Arriva la primavera e io aggiorno (finalmente!)

Eccomi qui! Ormai avevate perso le speranze, eh? Ma io ho ascoltato tutte le vostre lamentele riguardo il fatto che è da eoni che non aggiorno. Me ne dolgo e me ne pento, ma questi due mesi di assenza corrispondono alle mie vacanze.
Eh già, perchè in Giappone l'anno accademico inizia ad aprile, perciò febbraio e marzo non ci sono lezioni universitarie.

Ma tornando a bomba, questo post sento che appagherà tutti coloro affezionati all'idea più classica del Paese del Sol Levante. Questa idea è essenzialmente composta da: samurai, geisha e fiori di ciliegio (ndr: il trio esotico lo trovate comodamente riassunto per voi dal film "L'ultimo samurai").

Qui di seguito le foto scattate in pieno centro di Tokyo, vicino al Budokan, un grande edificio usato oggi per cerimonie pubbliche e concerti, ma inizialmente costruito come arena per le arti marziali .



In Giappone in questa settimana, per lo meno a Tokyo, avviene la tanto attesa fioritura dei ciliegi, detta propriamente Hanami 花見. Hanami significa letteralmente “guardare i fiori”, ed è una pratica che affonda le proprie radici nella storia e nella tradizione giapponese.Durante il periodo Nara (710–784) si godeva della fioritura dei susini, mentre nel periodo successivo (Heian), l’attenzione fu spostata sul fiore di ciliegio (sakura). Da allora, quando si dice Hanami, si pensa esclusivamente ad esso: il termine “hana” che ha il significato generale di “fiore”, in questo caso designa specificatamente il fiore di ciliegio.



Ed ecco qui una meravigliosa e bucolica foto di me stessa circondata da fiorellini. Scusate la faccia un po' da scoreggia, come si suol dire, ma è dovuta allo stress provocato da una nuova allergia, quella al Sugi, un albero della famiglia dei cipressi, esistente solo in giappone. Stare all'aperto ultimamente mi risulta alquanto penoso, e dunque scusate il sorriso un po' forzato della foto.


Ogni anno la fioritura dei ciliegi è anticipata da previsioni proprio come quelle meteo, che indicano le zone del giappone ed i periodi in cui fioriranno i ciliegi. La maggior parte dei giapponesi si reca nei posti dove ci sono ciliegi fioriti (che in giappone sono diffusissimi) e hanno l'abitutdine di mangiare, bere, cantare, sotto gli alberi.



Sakura ( 桜 o 櫻; hiragana: さくら; katakana: il サクラ) è il nome giapponese dato ai ciliegi ornamentali, il “Prunus serrulata” ed i suoi fiori. Il frutto della ciliegia (conosciuta come sakuranbo) viene invece da una specie differente di albero.Il Sakura è stato sempre simbolo di bellezza effimera in Giappone e molto comunemente è sempre stato associato con il samurai o il bushi. La vita di costoro è stata considerata breve e bella, tanto come il fiore del ciliegio.


Durante la seconda guerra mondiale, invece, il sakura è servito da simbolo per motivare i giapponesi. I piloti giapponesi lo verniciarono ai lati dei loro aerei prima di intraprendere le missioni suicide. Un fiore di ciliegio verniciato ai lati dei bombardieri ha simbolizzato la bellezza e l’effimerità della natura. Il governo in guerra stimolava la gente a credere che le anime dei guerrieri morti in azione si sarebbero reincarnate nei fiori.


Nota:L’andamento della fioritura, viene pubblicato ogni giorno su tv news, radio e giornali, indicando il movimento dal sud più caldo verso nord (direzione opposta al cambio colore dell’acero).Per chi vuole informazioni aggiornate in tempo reale riguardanti lo stato del ciliegio lungo tutto il Giappone, può andare su Cabletown.tv


mercoledì 30 gennaio 2008

Sono sul serio grassi!

Due settimane fa sono andata allo Stadio del Sumo con due amici giappi, Sandro e consorte.
Quando questo amico giapponese qualche mese fa mi chiese se fossi interessata ad andare fisicamente a vedere un incontro, accettai subito anche se, sinceramente, avevo paura di annoiarmi un po'. Sapevo che gli incontri duravano non meno di tre ore; inoltre alcune voci mi avevano detto che non era per niente emozionante vedere due persone che cercano reciprocamente di muovere l'avversario anche solo di qualche centimetro.
Tuttavia, contrariamente alle aspettative, è stato interessantissimo!



Il significato della parola Sumo 相撲 è molto semplice: significa strattonarsi l'uno con l'altro e rappresenta visivamente l'attività del lottatore di Sumo.Il principio fondamentale del Sumo non è il colpire l'avversario, ma il fargli perdere l'equilibrio.
In un anno si svolgono, ufficialmente, 6 tornei di sumo. Ogni torneo dura 15 giorni. In questi 15 giorni i lottatori si affrontano l'un l'altro in un ordine stabilito dall'associazione, un incontro al giorno.

Il Sumo è parte integrante della cultura giapponese sin dai più antichi albori della storia del Giappone; nei secoli si è evoluto da rito religioso ad attività militare fino alla connotazione attuale di sport. (oggi è considerato sport nazionale).

Nella foto qui sopra vedete i Sumotori in processione che entrano e si avvicinano al Dohyo 土俵, il 'ring' quadrato su cui i lottatori si sfidano. Esso appare come un tempio, la cui base è di paglia e terra battuta, dotato di tetto.


E' considerato un luogo sacro su cui i lottatori si affrontano e viene, se è lecito usare questo termine, "benedetto" prima dell'inizio del torneo. La "benedizione" prevede che venga seppellito del sakè in mezzo al dohyo. Le donne non sono ammesse sul dohyo (siamo impure!), anche se in realtà nessuno può salirci a meno che non sia un lottatore, un arbitro o un addetto alla cura del dohyo stesso.


Prima dell'inizio di ogni combattimento c'è il rituale del saluto tra i due sumotori. La lotta prevede una serie di fasi ben precise; la prima è il posizionamento (foto sopra). L'arbitro è quel signore vestito di quella bellissima uniforme bianca che sta dietro ai due combattenti e li incita a combattere continuando a urlare in modo ripetitivo.
Gli arbitri più hanno i piedi 'coperti' e più sono importanti; ad esempio un arbitro a piedi nudi è meno importante di uno che porta calzini e zoccoli tradizionali.

Ecco qui immortalato l'attimo precedente alla sconfitta di uno dei due lottatori. Come vedete l'avversario è stato preso e alzato per la cintola. Nel Sumo si può vincere in due modi : 1)forzando il proprio avversario all'uscita dal cerchio anche solo toccando l'esterno(come nella foto); 2)facendo toccare per terra l'avversario.

Nel sumo sono moltissime le tecniche, ed è ammessa quasi ogni presa, a parte tirare i capelli o colpire nello stomaco( o ovviamente spogliare l'avversario!). Ho visto tirare di quegli schiaffoni a palmo aperto che persino io, seduta in fondo, ho sentito! Eppure i giappi intorno a me erano tutti contenti e soddisfatti della lotta.. da qui ho dedotto non fosse considerato fallo :)

Finito l'incontro siamo andati a rifocillarci in un pub giapponese. Ecco un paio di foto della gioiosa combriccola!


Per concludere: senza ombra di dubbio noi europei siamo più colpiti dalla stranezza di questo sport e da una superficiale visione di questi uomini enormi che combattono tra di loro. Già però dopo un paio di combattimenti la grossezza passa in secondo piano, quando ci si accorge che la forma è accompagnata da un atteggiamento fortemente ritualizzato, di serietà, di una estrema potenza fisica data non dal peso ma dalla forza caratteriale e dall'allenamento.

domenica 20 gennaio 2008

Il mio Capodanno a Tokyo (un po' in ritardo)

Cari amici,
so che ormai l'atmosfera da ultimo dell'anno è passata già da un bel pezzo, ma cercate di essere indulgenti verso la sottoscritta, poichè le foto provengono dalla macchina fotografica di un amico e quindi anche io ho dovuto panzientare un po' prima di riceverle.
Sicuramente l'ambientazione del capodanno 2008 me la ricorderò per molto tempo.. ma andiamo in ordine.



Eccomi qui con An-san, ragazza vietnamita in classe con me. Verso le 5 di pomeriggio del 31 dicembre un gruppetto di simpatici ragazzi, provenienti dai luoghi più disparati, si è radunato a Setagaya(Shibuya) per fare grosse spese alimentari. Obiettivo: mangiare tutti assieme nella stanza di Keith, e celebrare l'arrivo del nuovo anno abbuffandoci di leccornie.



Eccoci qui, io e Keith, intente a preparare il piatto forte della serata, ovvero il Nabe 鍋, che di per sè significa "pentola", ma per estensione è divenuto sinonimo della ricetta stessa. Ci sono tante variazioni di Nabe. Sotto la casseruola c'è un piccolo fornelletto a gas , e mentre gli ingredienti si cucinano dentro un gustoso brodo, li si mangia tutti assieme attingendo dalla pentola.

Il Nabe è per i giapponesi un tipico piatto autunnale- invernale. La nostra versione prevede carne bovina, tofu, funghi e tante verdure. Davvero gustoso se vi piacciono le zuppe. La stanza, essendo quella di un dormitorio, era piccola ma l'atmosfera si è subito riscaldata. Da sx, Christian, simpatico ragazzo tedesco, amico di amici. In centro Yu-chan, amico giappo che parla molto bene inglese (sì, qualcuno ce la fa a parlarlo:P). Poi io e An-san.


Ecco qua i tre omini della serata : Christian, Yuchiiro e il mitico Felix, compagno di risate ( e cazzate). Non ho fatto l'upload della foto perchè sennò eccedevo il limite, ma successivamente la postazione dei fornelli l'ho occupata io per preparare una fonduta di cioccolato. Devo dire che il risultato è stato soddisfacente; tutti hanno apprezzato l'abbinamento frutta secca, ananas, banane con cioccolato fuso e tiepido!

Verso le dieci e mezza siamo usciti per dirigerci nel quartiere di Akabanebashi, quello per intenderci in cui è situata la famosa Tokyo tower (che qualsiasi appassionato di Giappone avrà visto perlomeno una votla in un qualche fumetto o anime). La zona tra l'altro è vicinissima al mio campus universitario, dal quale è raggingibile in 10 min a piedi. Location per il rintocco della mezzanotte : il bellissimo tempio Zojo-ji. (qua sotto , foto del falò all'interno dell'area templare)



Perchè il tempio?Beh, spieghiamo un attimo cos'è il Capodanno per i giapponesi.
La notte del 31 dicembre assomiglia un po’ al Natale italiano: si cena assieme a tutta la famiglia guardando in TV il meglio ed il peggio di quello che è successo durante l’anno che sta per chiudersi. Al termine del cenone si va al tempio, buddhista o shintoista (molti indossano il kimono, altri abiti normali, ma comunque eleganti).


I templi rimangono chiusi fino alla mezzanotte, quando risuona la campana; quindi tutti i presenti, in coda, arrivano davanti all’altare e battono le mani due volte per chiamare gli dei; si recita una breve preghiera e si fa un’offerta. La campana suona 108 volte, perché tanti sono i desideri ed i peccati che l’uomo si porta dentro e che devono essere cacciati fuori.


Ecco: un momento di raccoglimento. Ingrandite assolutamente questa magnifica panoramica, perchè merita. La folla (ovviamente i giappi sono sempre tantissimi, stipatissimi, ovunque), la facciata maestosa del tempio e dietro la svettante torre di Tokyo. Contrasto favoloso che racchiude la tensione tra tradizione e modernità che tutti respirano non appena si approda in Giappone. A parte la qualità della foto (grazie Felix), l'atmosfera è stata immortalata alla perfezione.


Allo scoccare della mezzanotte la torre ha cambiato colore, si è illuminata tutta di blu ed è apparsa la scritta "2008". Molta gente aveva un palloncino in mano che ha lasciato volare verso il cielo, creando quest'incantevole effetto.


Eccoci qui, da sx Keith, Felix, YU-chan e io. Dentro l'area del tempio c'erano molte bancarelle che vendevano cibi e bevande calde. Inoltre, gratuitamente, si poteva bere l' Amazake, brodaglia a base di riso, calda e zuccherina, tipica di quel periodo dell'anno. Un toccasana per riscaldare l'anima, ma soprattutto i piedi congelati!

Bene, ho finito l'aggiornamento. Ma restate su questi schermi perchè presto vi parlerò di quanto grassi sono i lottatori di Sumo :)

martedì 8 gennaio 2008

Qualche foto in più

... giusto perchè ne avevo postate poche :P
Allora, mi sono appena arrivate delle altre foto della gita, ne volevo postare solo alcune.
La prima riferita alla Soba mangiata in quel piccolo villaggio ai piedi del Fuji.
L'altra mi piace particolarmente, anzi diciamo che mi piaccio particolarmente. Mi piace che la foto sia riuscita perfettamente a ritrarre la mia faccia soddisfatta, la faccia,insomma, che ho quasi tutte le mattine da quando sono in questo Paese.
Ieri parlavo con Benny via skype proprio di come io mi senta per molti versi molto più a casa qui che in Italia.. Ovvio che per tutti l'erasmus è emozionante. Ma non è la mia prima volta e poi l'eccitazione iniziale del viaggio un pochino è svanita con il tempo. Quello che persiste, invece, è una sensazione di stabilità interiore, che per svariati anni ho cercato e bramato. Sicuramente dipende anche da un mio percorso di auto-conoscenza che ho deciso di intraprendere un paio di anni fa..ma non è solo quello.
Spesso a Pd mi sono sentita invisibile, inghiottita dalla banalità e piattezza che spesso mi circondava. Non è questione solo di vedere sempre le stesse facce. Anche qui ho una routine e vi assicuro che per certi versi è molto più pressante e monotona che quella della mia vita universitaria veneziana.
Tuttavia qui la mia vita ha assunto tinte più accese, non mi ritrovo più a interrogarmi strenuamente sul Senso della mia vita. Forse perchè ora la mia vita inizia ad avere un senso più tangibile..
Possibile che con le poche ore di sonno che dormo abbia comunque la pelle del volto distesa? Possibile che anche se mangio tanto stia dimagrendo?Possibile che in 4 mesi abbia pianto un paio di volte in croce?(niente di che tra l'altro).
Vorrà dire qualcosa questo, forse.

Alla prossima




domenica 6 gennaio 2008

Monte Fuji e bagni termali!

Cari lettori, finalmente dopo due giorni di problemi di caricamento sono riuscita a postare queste foto! Come avete passato le vacanze natalizie? Io ho avuto dieci giorni davvero intensi, pieni di uscite, gite e amici! Anche il Capodanno è stato meraviglioso, ma a quello dedicherò una pagina a sè, quando un mio amico si deciderà a passarmi le foto.

Oggi invece vi parlo della gitarella di due giorni che ho fatto a Kawaguchi-ko, uno dei famosi cinque laghi ai piedi del Fujisan 富士山, purtroppo conosciuto all'estero erroneamente con il nome "Fujiyama".

Il Fuji, emblema del Giappone e della giapponesità, domina l'aera a ovest di Tokyo e in trenino lo si raggiunge in circa due ore. Noi siamo stati particolarmente fortunati perchè abbiamo avuto giornate terse e limpidissime in cui la cima della montagna si poteva ammirare perfettamente: 3776 m di altezza, bellezza e tipica forma vulcanica a cono :)

Appena arrivati, in mattinata, ci siamo diretti al lago Saiko, proprio ai piedi del Fuji. Lì c'era la ricostruzione di un classico villaggio contadino, con capanne di legno e tetto di paglia. Molto suggestivo. In ogni abitazione viene praticata un'arte manifatturiera: c'è la capanna della ceramica, quella della lavorazione della seta, quella delle bamboline di filo, quella gastronomica(ovviamente!) e infine quella della carta di riso.

A pranzo abbiamo mangiato in questa trattoria che faceva pasta ( Soba ) e dolci tipici fatti in casa; davvero un ottimo pasto. Il profumo dei vermicelli di soba si è diffuso per tutta la stanza. Ho respirato per tutta la mattina l'aroma delle travi di legno, della paglia dei tatami sui quali siedevamo, il profumo affumicato del tè verde che accompagnava le pietanze e soprattutto l'odore dell'aria fresca e penetrante della natura circostante!

Ecco qui una foto del Fujisan immortalato atraverso il portale del villaggio.. bello,vero?
Dopo una breve visita dei dintorni ci siamo finalmente diretti verso in nostro albergo termale, situato proprio dinnanzi al lago Kawaguchi.
Eravamo un gruppo di 8 persone: due coppie di Napoli, io e tre amici giapponesi. Abbiamo dormito tutti nella stessa stanza, chi sui letti all'occidentale e chi,come me, sul futon a terra (fighissimo!). La stanza era ampia e molto bella, come potete vedere nella foto qui sotto(ovviamente quello è solo il soggiorno).
E quando il giorno ha ceduto il posto alle tenebre, mentre il cielo si dipingeva dei colori del crepuscolo, noi abbiamo deciso di provare un po' queste Onsen 温泉(= terme). Normalmente gli alberghi dispongono di due tipi di vasche: quelle interne, comuni o private, e i Rotenburo 露天風呂, cioè le vasche all'aperto, che vi assicuro sono fantastiche.


Di norma non si potrebbero fare foto, ovviamente per mantere la privacy dei clienti. Io però sono riuscita a scattare questa foto di una piccola vasca al mio piano, che dava direttamente sul lago antistante. La temperatura era attorno ai 48-50 gradi.. insomma da sciogliersi, almeno per me che non sono abituata!

Però la sensazione dell'acqua caldissima e dell'aria pungente esterna è stata davvero rigenerante! Superato l'imbarazzo iniziale della nudità, devo dire che è stata un'esperienza interessante.


Ed eccoci qui vestiti in Yukata 浴衣, il chimono di cotone leggero e per le occasioni informali. Ogni albergo ne mette a disposizione nelle camere e si usano per recarsi ai bagni o anche per andare a cenare.

Ed ecco il cenone di inizio anno.. non so se vedete quanto cibo ci hanno portato! E' stato davvero straordinario!

Ed eccomi qua con l'amica Yumiko (anche se lei voleva che cancellassi questa foto perchè dice che sembra un maschio!).


Il giorno successivo, dopo la colazione e un altro bagno rigenerante, ci siamo diretti tramite funivia in cima alla montagna retrostante il lago. E' il sito turistico principale per godere della vista sulla vallata e per scattare foto al Fuji.


Infine, dopo un giretto in barca e dopo aver comprato qualche souvenir, ci siamo diretti nuovamente verso la stazione per prendere il bus che ci avrebbe riportato a Tokyo.
E insomma! Ho fatto anche quest'esperienza!


Domani inizia nuovamente la scuola (mi sento molto scolaretta liceale) e non ho nessuna voglia di andarci e devo ancora iniziare i milioni di compiti per casa! Mi viene male solo a pensarci!
Vabbè, ad ogni modo spero di aggiornare presto perchè di cose da raccontare ne ho fin troppe!
Bacini a tutti :**